Squillo di Tromba
(di Massimo Gay)

Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri, fuori lo”Squadrone a cavallo” con l’uniforme storica fa la sua bella figura nello sfavillio delle sciabole al tenue sole di ottobre, ritornato re incontrastato dopo un acquazzone mattutino, di fronte una linea schierata di “giubbe blu”.
Sono qui dalle dieci, e vedo la Basilica pian piano riempirsi di facce per lo più  sconosciute, giovani visi e facce scavate dalle rughe, uomini e donne che sò essere poliziotti, in servizio o in pensione.
Da prima che arrivassi ho visto che sono schierati vari contingenti la S.A.A. di Spoleto, i N.o.c.s. in prima fila, da Pratica di mare il Reparto Volo ed anche vari contingenti di altre forze armate e di Polizia, pompieri, i vigili urbani di Roma e di Nettuno con il gonfalone. Saluto con dei cenni del capo quà e là visi di persone amiche, semplici colleghi.  Dieci e trenta da qualche minuto noto visi conosciuti, e non, di alti vertici del Dipartimento della P.S. funzionari alti ufficiali dei Carabinieri e della altre forze armate. Perché sono qui? Perché siamo tutti qui? Me lo chiedo ripetutamente, come mai così tanta gente si riunisce in questo luogo? La mia risposta personale è che voglio rendere l’ultimo saluto a dei Valorosi, in particolare ad Eliano che conobbi anni fa in circostanze del tutto casuali, la visita presso il “Forte Ostiense” sede dell’Ispettorato 5^ Zona attuale Interregionale di Roma. Allora ebbi la netta senzazione di stare di fronte ad una persona concreta disponibile e competente, abbiamo parlato, anche scherzato e alla fine dopo lo scambio dei numeri dei cellulari ci siamo lasciati con l’auspicio di rivederci di lì a poco. Non l’ho più rivisto forse il destino o la vita con i suoi ritmi scanditi dalle solite routine casalinghe e lavorative… non saprei,  eppure nell’apprendere la notizia l’ho ricordato nitidissimo, poi lentamente è salita la morsa alla gola e un senso di nausea, cessato dopo poco. Att-enti! Entra il Capo della Polizia segue l’ex Capo, il sindaco a seguire il gotha della Polizia di Stato. Attenti, riposo… Non fateci fare queste cose non siamo militari, né vorremmo esserlo, non siamo più abituati a campi estivi, torri d’ardimento, passo del leopardo, attenti riposo, stelle e …… ci hanno “demilitarizzati” e dall’81 non ci corre più l’obbligo, durante le cerimonie ufficiali, di sfilare tra le forze armate, semmai tra quei settori marginali di “forze ad ordinamento civile”.  Fateci lavorare con attrezzature e mezzi efficienti, questo sappiamo e vogliamo fare…..
E se qualche volta ci lamentiamo contestiamo i “metodi” non l’idea fondamentale. Noi vogliamo dare una mano a questo Paese e lo possiamo fare se ci date le possibilità per farlo in maniera rapida, efficiente ed esente da pericoli per noi e gli altri.
Att-enti!  Entrano le salme avvolte nel tricolore, i piloti della Polizia portano a spalla i loro colleghi. Inizia la cerimonia e l’officiante dice alcune frasi che faccio mie: eravate “veri colleghi”. Forse lo siamo tutti in questo luogo Santo, ma domani? Tra un’ora?  Troppo frammentati sindacalmente. Politicamente.  Se riuscissimo ad avere unità di intenti invece che azzannarci tra noi in questa guerra dei poveri…. Noi poveri Poliziotti.  Non sappiamo neppure da dove veniamo, di chi siamo figli quali sono i nostri simboli….. il valore dei nostri predecessori. Sta per finire. Ho bisogno d’aria, esco nel sole e fa male….. Dopo pochi minuti escono le salme in lacrime i parenti delle vittime, gli amici i compagni i “colleghi”. Squilla la tromba ancora una volta.

 

(per la redazione di Cadutipolizia.it Massimo Gay)

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