Caduto nell'adempimento del Dovere
Vitale Biagio |
Guardia |
di Pubblica Sicurezza |
Questura di Roma |
30 Maggio 1976 |
21 Anni |
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Morì il 30 Maggio nell’ospedale Fatebenefratelli di Roma dove era ricoverato in seguito alle ferite d’arma da fuoco inflittegli la sera precedente da un folle, un funzionario pubblico. La sera del 29 l’agente Vitale si trovava fuori servizio e, insieme a due amici, un civile e il collega Angelo Gagliardi, stava passeggiando nel centro di Roma con tre turiste americane da loro conosciute poco prima, quando giunti nella Via di San Pietro in Carcere i sei vennero avvicinati da un uomo a bordo di un ciclomotore il quale iniziò ad inveire contro Vitale ed i suoi due amici, urlando frasi senza senso. Quando i due Poliziotti si qualificarono come tali, l’uomo estrasse una pistola calibro 6,35 e urlando di essere anch’egli un agente, intimò ai tre amici di allontanarsi e di lasciarlo da solo con le tre turiste. A questo punto Vitale e Gagliardi si scagliarono sul folle, ma questi sparò prima alla guardia Vitale, ferendolo all’addome poi cercò di fare fuoco contro l’agente Gagliardi, ma questi riuscì ad afferrare il polso dell’aggressore ed a torcerglielo. Il folle premette il grilletto dell’arma e sparò ancora, ferendosi con un proiettile al polpaccio destro. Nonostante ciò l’uomo riuscì ad estrarre un coltello ed a ferire la guardia Gagliardi, prima di darsi alla fuga a bordo del ciclomotore, abbandonando la pistola ed un borsello contenente alcune foto pornografiche, un paio di occhiali da vista ed il bollo d’assicurazione del mezzo sul quale era fuggito l’aggressore. Le indagini cominciarono immediatamente e la Squadra Mobile di Roma in poche ore giunse a casa del responsabile, un funzionario dell’Istituto per il Commercio con l’estero il quale accolse gli agenti con arroganza asserendo che come funzionario pubblico egli era “al di sopra di ogni sospetto”. Gli investigatori però scoprirono che l’uomo aveva una ferita d’arma da fuoco al polpaccio destro e presentava sul corpo i chiari segni della colluttazione avuta con la guardia Gagliardi. Nel corso della perquisizione vennero scoperti un paio di pantaloni macchiati di sangue e con un foro di proiettile all’altezza del polpaccio destro insieme a quella che venne definita come una “immensa quantità di materiale pornografico” ed a centinaia di documenti di identità che gli inquirenti ritennero fossero frutto di rapine ai danni di coppiette di fidanzati, materiale che, unito alla testimonianza ed al riconoscimento dell’agente Gagliardi (il quale aveva riportato lievi ferite nel corso della colluttazione) , incastrarono il funzionario dell’I.C.E. come responsabile dell’aggressione di Via di San Pietro in Carcere. Secondo la cronaca dell’epoca, mentre veniva accompagnato in carcere, l’aggressore mormorò rivolto agli agenti “Non avete dunque pietà di me?” . Erano le 8,30 del mattino del 30 Maggio. Mezz’ora dopo, alle 9,00 la Guardia di Pubblica Sicurezza Biagio Vitale moriva in ospedale per la gravità delle ferite subite. Fonte: “Corriere della Sera “ del 31 Maggio 1976.
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