Caduto nell'adempimento del Dovere
Genchi Vito |
Questore del Regno d'Italia |
di Pubblica Sicurezza |
Questura di Gorizia |
25 Gennaio 1946 |
56 Anni |
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Venne fucilato il 25 Gennaio, dopo la sentenza emessa dal Tribunale Militare jugoslavo di Lubiana ( Slovenia). Il Questore Genchi era giunto nel 1943 a Gorizia ed aveva dato prova di grande equilibrio nel reggere la Questura della città. Vito Genchi era sposato. Uno dei suoi figli, chiamato alle armi dalla Repubblica Sociale, venne catturato ed ucciso dagli slavi nel 1944 a Piuma (GO). Il 30 Aprile 1945 con la ritirata tedesca da Gorizia gli agenti di Polizia della Questura di Gorizia, molti dei quali collegati al C.L.N. ( Comitato di Liberazione Nazionale) ed alla Resistenza, si unirono ai Carabinieri, alla Guardia Civica di Gorizia, ai civili ed ai partigiani locali per formare delle squadre armate che avrebbero dovuto prendere il controllo della città in attesa dell’arrivo degli Alleati. Le Guardie di Pubblica Sicurezza della Questura di Gorizia protessero la città quando, in mattinata giunse la milizia jugoslava nazionalista dei cetnici, scontrandosi contro di essa. Il Questore Genchi organizzò i propri uomini in difesa della città, riuscendo a salvare Gorizia dai cetnici in ritirata. Durante i combattimenti gli agenti vennero contattati da un sottufficiale del Regio Esercito Italiano che combatteva con la Resistenza italiana, il quale consigliò loro di abbandonare la città, per evitare problemi con i partigiani jugoslavi, ormai alla periferia di Gorizia. La maggior parte delle Guardie di Pubblica Sicurezza, ritenendo di non avere colpe e di avere compiuto il proprio dovere, decise di restare al proprio posto. Il Questore Vito Genchi ed i suoi uomini furono tutti arrestati dai partigiani jugoslavi del IX Corpus nei giorni successivi e deportati. Morirono quasi tutti in prigionia. Fonte: “la Pubblica Sicurezza sul Confine Orientale 1938-1945” di Mario De Marco
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