Caduto nell'adempimento del Dovere
Lucarino Edoardo |
Guardia |
PAI Polizia Africa Italiana |
Battaglione PAI "Romolo Gessi"* |
12 Settembre 1942 |
27 Anni |
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Morì il 12 Settembre ** nell’affondamento del piroscafo britannico “Laconia”, silurato nell’ Oceano Atlantico da un sommergibile tedesco. L’ agente Edoardo Lucarino fu catturato in Africa Settentrionale, nel corso del mese di luglio, durante le fasi iniziali della battaglia di el Alamein e, insieme ad altri 1800 prigionieri di guerra italiani, venne caricato a bordo del piroscafo “Laconia”, che salpò il 12 Agosto da Suez, diretto verso la Gran Bretagna. La sera del 12 Settembre, il “Laconia” fu silurato dal sommergibile tedesco U156, al comando del capitano di corvetta Werner Hartenstein, mentre si trovava al largo dell’isola di Ascensione, nell’Atlantico. Per impedire che i prigionieri di guerra potessero uscire dalle stive dove erano stati rinchiusi, i soldati polacchi di scorta aprirono il fuoco contro di loro e li colpirono con le baionette. Solo in una delle stive i prigionieri riuscirono a sfondare le grate che li tenevano bloccati, riuscendo ad uscire sul ponte ed a cercare scampo in mare. Gli italiani detenuti nelle altre due stive annegarono nell’affondamento del “Laconia”. I superstiti sono concordi nell’affermare che i marinai britannici e i soldati polacchi impedirono in ogni modo ai prigionieri di guerra italiani di salire a bordo delle scialuppe di salvataggio, in alcuni casi tagliando con le accette le mani dei nostri connazionali che si erano aggrappati alle scialuppe di salvataggio. Il sommergibile U156, riemerso in superficie, iniziò a soccorrere i naufraghi del “Laconia” insieme ad altre unità sottomarine tedesche ed italiane presenti nel settore, mentre il comandante Hartenstein lanciò un messaggio radio in lingua inglese alle unità alleate nella zona chiedendo un cessate il fuoco per poter soccorrere i naufraghi. Gli inglesi non risposero, temendo un’imboscata da parte tedesca. Nei giorni successivi i sommergibili tedeschi ed italiani soccorsero i naufraghi del “Laconia” prestando loro soccorso in attesa che giungessero unità navali provenienti dalle vicine colonie francesi, ma il 16 Settembre un bombardiere americano avvistò i sommergibili tedeschi nell’area e, nonostante l’esposizione di una bandiera della Croce Rossa da parte dell’U156 e gli appelli radio del comandante Hartenstein e di un ufficiale britannico superstite del Laconia catturato dai tedeschi ed a bordo del sottomarino, l’aereo attaccò le unità nemiche, che furono costrette ad inabissarsi in mare abbandonando i naufraghi che non si trovavano a bordo. I sopravvissuti all’affondamento del “Laconia” furono decimati nei giorni successivi dalla sete, dagli stenti e dagli attacchi degli squali. Solo poche centinaia di superstiti furono salvati dalle unità navali francesi giunte in soccorso nei giorni successivi. Le fonti italiane da noi consultate affermano che almeno 1400 prigionieri italiani morirono nella tragedia del “Laconia”. Tra questi vi era la guardia P.A.I. Edoardo Lucarino. Il comandante Hartenstein e l’equipaggio del U156 morirono l’ 8 Marzo 1943 nell’affondamento della loro unità da parte di un aereo della Marina degli Stati Uniti, al largo delle isole Barbados.
Fonti: “Sopra di noi l’oceano” di Antonino Trizzino , Edizioni Longanesi 1968, Siti internet http://wernerhartenstein.tripod.com/site%20map.htm http://www.lexikon-der-wehrmacht.de/Waffen/Bilderseiten/UBoote/U156.htm
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