Caduto nell'adempimento del Dovere
Giuffrida Giovanni |
Guardia |
Guardie Regie |
Questura di Trieste |
8 Settembre 1920 |
28 Anni |
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Fu linciato l’8 settembre 1920 da una folla di decine di persone in via del Rivo a Trieste, durante i disordini seguiti al funerale di un giovane socialista ucciso pochi giorni prima, in una manifestazione operaia durante lo sciopero nazionale e l’occupazione delle fabbriche da parte degli operai metallurgici. Il Questore di Trieste aveva deciso di far mantenere alle Forze di Polizia un presenza defilata, per evitare nuovi scontri di piazza, mantenendo agenti e carabinieri a distanza dal corteo funebre. Gli eventi che portarono alla nuova tragedia si innescarono in modo tanto casuale quanto assurdo in Piazzale San Giacomo, quando un cavallo che conduceva un carretto sfuggì alla presa del proprietario e imbizzarritosi caricò i partecipanti al funerale, molti dei quali fuggirono indietro, incrociando una pattuglia appiedata di Carabinieri i quali, ignorando i motivi della fuga della folla, temettero che questa minacciasse di aggredirli e puntarono i moschetti contro di essa. I partecipanti al corteo risposero con un lancio di sassi ed i militari spararono in aria per disperdere le persone. Dall’assembramento però alcuni dei presenti, armati di pistola, aprirono il fuoco contro i carabinieri che vennero costretti a ritirarsi. Fu l’inizio dei nuovi disordini . Mentre guardie regie, agenti investigativi e carabinieri intervenivano nel quartiere San Giacomo, accolte a colpi di pistola e lancio di bombe a mano, il tram da Via Silvio Pellico e diretto verso Via San Sabba giungeva nel punto più caldo degli scontri. A bordo della vettura si trovava, ignaro di tutto, la guardia regia Giovanni Giuffrida. Quando il tram si trovò bloccato dagli insorti, all’incrocio tra via dell’Istria e via del Rivo, una passeggera indicò loro la guardia Giuffrida che venne strappato a forza dalla vettura e scaraventato a terra e qui picchiato con ferocia. Giuffrida tentò di salvarsi la vita gettando la pistola e chiedendo pietà, ma venne linciato con calci, pugni, bastoni, sassi, coltelli e con la pesante barra in bronzo del manovratore che venne calata più volte sulla testa del poliziotto, provocandogli una spaventosa frattura al cranio. Infine gli vennero sparati contro due colpi di pistola. L’autopsia rivelò che Giovanni Giuffrida era stato raggiunto da due colpi di pistola al fegato ed all’inguine. Vennero contate altre 19 ferite sul suo corpo. Gli scontri nel quartiere San Giacomo durarono per alcuni giorni, costando la vita ad almeno altre sei persone, tra membri delle Forze dell’Ordine, insorti e civili. Centinaia di persone vennero arrestate. Il linciaggio della guardia regia Giovanni Giuffrida sconvolse la città di Trieste e il quotidiano locale “ il Piccolo” aprì una raccolta di fondi per la madre della vittima, alla quale risposero in pochi giorni centinaia di triestini. Lo sciopero degli operai metallurgici e l’occupazione delle fabbriche nell’autunno 1920 provocarono la morte di centinaia di persone, tra le quali numerosi membri delle Forze dell’Ordine. Fonte : quotidiano “il Piccolo” |
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