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IL CASO E’ DA CONSIDERARSI IRRISOLTO

(di Fabrizio Gregorutti)

C’è un uomo che da 17 anni sta cercando Giustizia.

Ha giurato di non tagliarsi più né capelli né barba sino a che non saprà chi e perché il 5 Agosto 1989 gli ha ucciso il figlio, la nuora e la nipotina che portava in grembo.

Si chiama Vincenzo Agostino....

.... e chiede giustizia per il figlio, Antonino, Poliziotto in servizio presso il Commissariato San Lorenzo della Questura di Palermo. Qualcuno lo attese, a Villagrazia di Carini  e lo uccise a colpi di pistola, insieme alla moglie Ida e alla loro bambina non nata. Sono passati 17 anni che sembrano lunghi come 17 secoli. Nel 1989 esistevano ancora l’Unione Sovietica e la Jugoslavia, Gorbachov sedeva al Cremlino, le Torri Gemelle svettavano sullo skyline di New York  e Osama Bin laden era solo un ricchissimo e un po’ eccentrico miliardario saudita. In Italia il senatore Giulio Andreotti era al suo sesto governo e sembrava inamovibile e inossidabile. Sembra un’età lontanissima ma in realtà è solo ieri.

A Palermo l’estate del 1989 fu molto strana...

Il giudice Giovanni Falcone era sfuggito ad un attentato nella sua villa dell’Addaura ma era vittima di un attentatore molto più subdolo, il cosiddetto “Corvo” che dalla procura di Palermo inviava lettere anonime cariche di insinuazioni contro di lui e contro i vertici delle strutture impegnate nella lotta alla mafia. Fu in questa strana estate che a Villagrazia di Carini  venne ucciso l’Agente Agostino.

Perché?

Vi furono molte ipotesi, una delle quali rimanda alle parole pronunciate ai suoi funerali dal giudice Falcone “Questo ragazzo è morto per salvarmi la vita”.

Da allora dell’assassinio di Antonino Agostino non si sa più nulla. Nessun “collaboratore di giustizia” ha saputo o voluto dire qualcosa  su questo omicidio ed ogni pista si arena inesorabilmente. Si sono indicati di volta in volta come responsabili la mafia, i servizi segreti ma non vi è alcuna certezza sulle responsabilità.

Nel nostro lavoro di ricerca per ridare una storia ai Caduti della Polizia di Stato ci siamo imbattuti più volte in omicidi insoluti di Poliziotti e il nostro pensiero è stato sempre quello dell’amarezza per questa morte che rappresenta oltre che una ferita per la famiglia del Caduto, anche una sconfitta e una umiliazione dello Stato, ma l’assassinio dell’agente Agostino è qualcosa di ancora più sconvolgente a causa del silenzio che circonda questo delitto e che fa davvero paura.

Ma c’è qualcuno che di questo silenzio non ha paura.

Si chiama Vincenzo Agostino.

Quest’uomo dalla barba e dai capelli bianchissimi e fluenti che chiede a gran voce ma con dignità Giustizia per i suoi Cari trucidati è un monito per gli assassini ma anche per noi, Cittadini di questo strano Paese senza memoria, per impedirci di dimenticare, per dirci che non ne abbiamo il diritto.

(Il Coordinatore di cadutipolizia.it  Fabrizio Gregorutti)