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Una riga in cronaca

Quando abbiamo iniziato il nostro progetto abbiamo avuto un po’ di discussioni sul nostro metodo di lavoro.

“ Questo nome lo inseriamo, quest’altro no…nel tal periodo storico questa organizzazione può essere definita “Polizia” nel vero termine della parola?” e così via.

Una grande difficoltà è senza dubbio  la Seconda Guerra Mondiale…l’invasione della Jugoslavia, i bombardamenti,  la guerra civile, le foibe… come si può riuscire a recuperare oltre 1.100 nomi di umili Eroi nel marasma di un mondo devastato dal più grande conflitto della Storia? ….solo con la pazienza, studiando sui libri e sui giornali ingialliti dal tempo nelle emeroteche. Cerchiamo di ricostruire la storia di quegli Uomini ricollegando con pazienza (e oserei dire amore e rabbia)  i loro nomi a degli episodi storici e a volte imprechiamo contro la scarsezza delle fonti perché non siamo in grado di creare un loro ricordo…ma stiamo parlando della Seconda Guerra Mondiale, un periodo nel quale le fonti non erano sempre chiare  e non sempre le notizie dai vari fronti raggiungevano Roma. Stiamo parlando di un’epoca durante la quale gli archivi venivano distrutti sotto i bombardamenti ( come del resto l’intero pianeta) e nella quale gli arruolamenti venivano spesso registrati su un quadernetto di pelle nera ed i giornali erano composti da due sole facciate . Appena sessant’anni  ma è come se fossero trascorse intere ere geologiche.

Oggi è diverso. Tutti possediamo almeno un televisore e la maggior parte delle famiglie un computer con internet. Compriamo almeno un quotidiano . Viviamo nell’età dell’informazione globale. Entriamo in internet e possiamo sapere tutto di una gara di surf a Sidney in Australia oppure ordinare online un chilo di caffè dalle piantagioni dell’isola di sant’Elena o ancora informarci di un concerto di qualche cantante di tanghi in Argentina. Niente ci è più nascosto e ignoto oggi.

Non è più il 1945…

Eppure è quello a cui abbiamo pensato quando le agenzie di stampa hanno battuto la notizia della morte di un’ agente di Polizia a Pomezia in questo anno di grazia 2006 . Non ne conoscevamo il nome e in rete e sui tg cercavamo freneticamente  di sapere qualche cosa in più su di lei e su quanto accaduto,  per onorare il suo Ricordo.

Niente. Il vuoto più completo. Due o tre scarne notizie di stampa e nulla più.

Era come se fosse tornato il 1945 e le strade fossero ancora sotto i bombardamenti e le notizie arrivassero stravolte e con il passaparola… era come se la morte di Laura Battisti non contasse, al di fuori della cerchia delle persone che l’avevano conosciuta ed amata. Come se la morte di un Poliziotto, ucciso dalla fatalità mentre eseguiva il proprio Dovere, non significasse nulla nell’Era della Comunicazione Globale, sommersa da notizie a getto continuo … solo dopo qualche ora, cercando sui quotidiani in edicola, con lo stesso criterio e lo stesso impegno che dedichiamo ai Colleghi di epoche più lontane  siamo riusciti a dare un nome a Laura ,  a darLe un volto, una storia,  a dispetto dell’indifferenza dei mass- media che l’avevano trasformata in una non­-notizia confinata nella cronaca locale. 

Sicuramente adesso che si è riunita Lassù  alle altre migliaia di  Blu che l’hanno preceduta, Laura sorride di queste piccole miserie umane, ma  a noi resta molta amarezza.

(il Coordinatore di Cadutipolizia.it - Fabrizio Gregorutti)